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Instax mini Link, LiPlay e Square SQ20, di che anima è la tua foto istantanea?

In casa Fujifilm l’ultimo oggetto del desiderio è mini Link, una stampante istantanea che permette di applicare filtri e di creare collage. Un’innovazione sulla scia di altre che valorizzano l’approccio di ciascuno di noi alla cattura di un attimo

Scattare piace a tutti, diversamente non vivremmo nell’era delle immagini. Ma il vero divertimento spesso comincia dopo il click: applicarle filtri o puntare sul naturale? Meditare sugli scatti o cogliere l’attimo e stampare? Non sarebbe forse meglio associare un suono all’immagine, prima di catturarla su una pellicola?

Se ognuna di queste opzioni vi intriga, avete già un piede nel mondo instax. Sinonimo per eccellenza di fotografia istantanea, le fotocamere di Fujifilm sono sempre più, per la casa nipponica, un banco di sperimentazione per regalare agli utenti esperienze inedite, complementari ad altri tool e soprattutto divertenti. La tecnologia non ci chiede di fare tutti le stesse cose, allo stesso tempo, con lo stesso device: ci regala invece l’opportunità di tradurre sul campo il nostro approccio alla vita e, naturalmente, alla fotografia. C’è chi ama la foto statica e chi vorrebbe catturare l’energia del movimento, chi crede che la voce sia memoria e chi lascia parlare le immagini, chi fa delle foto un momento di connessione con il mondo e vuole che diventino l’anima della festa.

A tutti, con la serie instax, Fujifilm offre una chance di valorizzare un peculiare punto di vista, con strumenti diversi che hanno un punto di contatto nel design, sempre accattivante e distintivo, e nella semplicità d’uso, adatta a un mondo che non legge più manuali ma impara tutto sul campo, con l’esperienza. Incarnano bene questo approccio instax Square SQ20 e instax mini LiPlay.

La prima è la fotocamera istantanea ibrida che, con la funzione Motion Mode, permette di riprendere un video, grabbare un frame e stampare poi una immagine di alta qualità in cui i soggetti sono in movimento. Prima istantanea della serie instax a godere dello zoom, consente anche di scattare più imagini, quattro, in sequenza in una volta sola, con il Tim Shift Collage. Non è azzardato dire che Square SQ20 è una macchina per chi vuole ragionare un po’ di più sulla fotografia che andrà a scattare, un’attitudine più meditata che continua anche prima della stampa: si possono infatti selezionare le immagini, editarle con i filtri, e solo dopo mandare in stampa, il processo non è istantaneo. Spazio anche alla doppia esposizione e alla funzione bulb per gli scatti in notturna, dettagli tecnici per gli utenti più virtuosi.

Per chi invece non si accontenta di fotografare e stampare, ma vuole anche includere l’audio nelle immagini, LiPlay è la fotocamera perfetta: con la funzione Sound Messagge, permette a chi scatta di registrare l’audio ambientale fino a dieci secondi o di incidere un messaggio vocale. L’integrazione nell’immagine avviene attraverso un QrCode, facilissimo da inserire.

La funzione vocale è già un unicum nel suo genere, ma LiPlay piace anche a chi chiede ai device di superarsi sempre: infatti, è la più piccola e leggera nel segmento instax. E se può conquistare naturalmente un target che si approccia al marchio per la prima volta, non può lasciare indifferenti coloro che collezionano le instax a ogni uscita e fanno già parte della instax community.

A oltre 20 anni dal lancio, la serie instax riesce a parlare sia al pubblico che ne ha visto il debutto, e può continuare a seguirne le evoluzioni, sia a un target più giovane, naturalmente digitale, come la generazione Z. E se il fascino della foto stampata non ha età, c’è bisogno di uno strumento che permetta di convertire gli scatti in immagini all’occorrenza, anche quando si ha solo lo smartphone a disposizione.

Con instax mini Link, la nuova stampante istantanea per smartphone di Fujifilm, il desiderio di mandare subito in stampa quanto scattato diventa realtà: basta scaricare l’app dedicata sul proprio device. Con il Bluetooth sarà semplicissimo inviare le foto dal dispositivo che ha scattato a mini Link. È possibile stampare una foto ma anche il frame di un video, il tutto con una gestualità semplice, perché è quella dei social che usiamo tutti i giorni (dallo swipe allo scroll).

Le fotocamere di Fujifilm sono, per definizione, attivatori di socialità: in tutte le occasioni in cui sono presenti, come feste e matrimoni, è impossibile resistere alla voglia di scattare, imprimere l’immagine sulla pellicola e portarsi via un pezzo di ricordo. La mini Link non è un camera, ma consente di applicare filtri, realizzare i collage e soprattutto allargare a ben cinque smartphone la sua funzione di stampa, grazie alla modalità party, che consente quindi a più utenti di sfruttarne le funzioni in simultanea. C’è anche una funzione match test, per scoprire la compatibilità tra amici o partner: si risponde a poche domande e i risultati, dalla app, approderanno sulla stampa della foto.

Due coppe di vino al posto dei seni: la campagna sessista della Regione Sicilia contro l’abuso di alcol (ma solo per le donne)

L’alcol fa male ‘solo’ alle donne che abusandone si possono imbattere in infertilità o aborti spontanei?

La campagna dell’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia che mostra il disegno di una donna, il cui seno è sostituito da due coppe di vino e lo slogan: “Quali sono le dosi giuste di alcol per la donna?”, non è piaciuta né per il messaggio lanciato, né per quell’immagine infelice e giudicata sessista.

A denunciare il caso è stata la Fondazione Marisa Bellisario che su Facebook scrive:

Eh si: perché l’alcol, alle donne fa male (agli uomini, non si sa!) ed è opportuno rispettare ‘le dosi’ per evitare patologie come infertilità, aborti spontanei e tutto quello che riguarda la sfera riproduttiva. Il messaggio ‘testuale’, tra l’altro, è accompagnato dalla campagna di comunicazione visiva che mette in mostra, in un disegno che sembra ‘invogliare’, più che dissuadere…due abbondanti ‘coppe di vino’ sul seno! Insomma: si continua a sperperare denaro pubblico in campagne istituzionali che degradano la donna ai soliti cliché: ovvero o ‘madre’ ( non bere, donna, perché altrimenti non ti puoi riprodurre bene!) o…beh, il solito, anche li!

L’intento, secondo l’assessorato, voleva essere quello di sensibilizzare
all’uso consapevole di alcol per le donne, il risultato è stato un’immagine
e un contenuto sessista,tempestivamente poi ritirati e autocensurati.

“Come Delegazione Sicilia della Fondazione Bellisario riteniamo di dover denunciare e monitorare sempre comportamenti disfunzionali come questo, che ledono la dignità della donna e che contribuiscono a costruire un’immagine sessista di cui certamente non sentiamo la necessità. Fatto ancor più grave, perché si tratta di una campagna pubblicitaria istituzionale, anche se in un secondo momento ‘rimossa’ dal sito’”, continua la Fondazione.

Pubblicata su “Costruire Salute”, il sito di informazione sulle attività dell’Assessorato regionale alla Sanità, l’immagine (adesso sparita) era pronta per essere distribuita come campagna sui social, su dépliant in formato cartaceo, se non fosse che appena pubblicata ha scatenato un’indignazione generale per aver costruito un messaggio degradante, ovvero quello di donna dai soliti cliché. Abusare di alcol, in generale, fa male agli uomini e alle donne. Il messaggio, quindi, non può e non deve diventare una questione di fertilità e riproduzione all’esclusivo appannaggio del genere femminile.

“Questa immagine non ci sconvolge, ma neppure ci fa sorridere. Piuttosto arriva come uno schiaffo che speriamo svegli tutte le donne dall’imbambolamento della delega. Se le Istituzioni che si dichiarano contro la violenza sulle donne usano i nostri seni per rappresentarci – come se l’unico nostro ruolo fosse quello materno o quello sessuale – qualcosa non torna”, scrivono le attiviste di Non una di meno Palermo.

“Femminismo non è la sequenza di slogan che riempiono la comunicazione delle Istituzioni di oggi e di ieri in occasioni specifiche, salvo poi disattenderli ogni volta che è utile utilizzare il corpo delle donne come oggetto di marketing. L’unico messaggio che riusciamo a cogliere da questa immagine è che la lotta femminista non si delega a nessuno!”, continuano.